giovedì 13 maggio 2010

Nu pinnulu sobbra la lengua 1 - L'occlusiva retroflessa sonora "ddh"

ḍḍ

Man mano che raccolgo informazioni sulla lingua salentina (parole, modi di dire, caratteristiche grammaticali), e mi informo sul processo di standardizzazione di una lingua (e Pompeu Fabra a tal riguardo è un ottimo insegnante), mi rendo conto che è fondamentale stabilire alcune convenzioni ortografiche, rispettando le quali costruire lo standard. Ciò vuol dire stabilire quella corrispondenza fra suoni e scrittura che attualmente manca nel salentino, così come in molte altre lingue parlate nel territorio italiano. Il processo non sempre è semplice: mentre per alcuni suoni o gruppi di suoni l'ortografia latina o italiana, nonché la stessa consuetudine, forniscano un'inequivocabile direzione da seguire, vi sono altri casi (soprattutto suoni non presenti in italiano) in cui ciò non accade.
Uno di questi casi è la consonante occlusiva retroflessa sonora, che è presente nel siciliano e in alcune varianti del salentino (quelle dell'area leccese); fino ad ora ho incontrato almeno tre maniere diverse di rappresentare quel suono:

beḍḍu, beddhu, beddhru (e naturalmente anche il "beddu" utilizzato da noi salentini settentrionali, dove tale suono non è presente)

Partendo dall'osservazione che nella quasi totalità dei casi non v'è un'opposizione dd/ḍḍ che abbia valore distintivo fra due diverse parole, si potrebbe giungere ad una prima proposta che sarebbe quella di eliminare da un'eventuale ortografia standard la rappresentazione di quel gruppo sonoro e, al massimo, prevederlo nella pronuncia, creando la stessa situazione di ambiguità presente in italiano con la s (vd. "casa", "cosacco" s sorda / s sonora);
Un'altra possibilità è quella di prevedere la convivenza di due diverse grafie entrambe accettate (p.e. beddu e beddhu); non sono un fan di questa opzione, perché manterrebbe molto forti le differenze fra le diverse parlate salentine, differenze che, se da un lato non dobbiamo eliminare del tutto, dall'altro dovremmo cercare di attenuare;
sono quindi fautore di una terza possibilità: prevedere una grafia distinta per questo gruppo sonoro, utilizzando come pronuncia standard quella più frequente nel leccese (dopotutto è nel cuore del Salento che la lingua è in un certo senso più "pura", termine col quale non voglio fare una classificazione di bontà o di prestigio, ma semplicemente voglio indicare il fatto che i dialetti settentrionali del salentino sono influenzati dalle altre lingue parlate nei territori adiacenti) e consentendo magari anche la pronuncia settentrionale (evitando cioè che dd / ḍḍ abbia un valore distintivo); sarà forse un po' difficile per chi non è leccese abituarsi a questa grafia, commettendo lo stesso genere di errori che è commesso dagli spagnoli quando devono scrivere una parola con b o con v, o dai catalani con le vocali atone, però alla fine anche in italiano si commettono tanti errori (accellerazione *un brivido mi scuote*) e ci sono grafie ambigue (il gruppo "ci+vocale" p.e. "cielo", "celo", si pronunciano ugualmente). In conclusione, conscio di vantaggi e svantaggi di questo approccio, voglio sostenere questa soluzione...
per quanto riguarda la grafia, sosterrò l'uso del trigrafo "ddh" perché ritengo che la ḍ, sebbene bella esteticamente, potrebbe creare problemi di digitazione e trascrizione; inoltre penso che porre una "r" e scrivere "beddhru" o "cavaddhru" sia una grafia particolarmente ridondante (si pensi alla lunghezza di una parola che contenga due volte questo gruppo fonetico!)


quindi scriverò:

cavaddhu
beddhu
ecc. ecc.

nonostante non sia la grafia utilizzata a Francavilla XD però per proporre uno standard salentino, devo essere il primo ad accettare compromessi fra il salentino dei singoli paesi e un salentino più "universale", che possa essere utilizzato come mezzo di comunicazione!



Mi scuso per eventuali errori grammaticali o per la mancanza di chiarezza di questo messaggio, però sono 8 mesi che parlo l'italiano molto raramente... e inoltre sono le 2 di notte e ho tanto sonno ^^ mi sta va corcu :D

Inoltre mi scuso con eventuali linguisti per la mancanza di termini tecnici che possano esprimere più precisamente le idee di cui sto parlando, ma ripeto che sono le 2 di notte e non ho mai studiato fonetica, anche se mi sono interessato molto al tema e ho fatto ricerche per soddisfare le mie curiosità.

Buona notte a tutti, pigghiate stu pinnulu e priparatevi allu prossimu!

3 commenti:

  1. Anche a me la r sembra veramente ridondante. Ritengo che beddhru sia poco rappresentativo di tutta l'impareggiabile Salentilandia. Molto meglio beddhu.

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  2. Mi dispiace ma non sono d'accordo. Da salentina leccese nella pronuncia sento il suono della r, senza la r mi sento solo mesagnese
    e brindisina.

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  3. Da neretino dico che la R suona meglio...beddru...e non beddu

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