venerdì 23 marzo 2012
Tavola di coniugazione verbo FARE
Eccomi di nuovo con voi a condividere una tavola di coniugazione dei verbi, questa volta è il turno del verbo "fare" che troverete coniugato nei vari modi indicativo, congiuntivo, progressivo, imperativo, ecc.
Spero possa esservi utile :)
sabato 17 marzo 2012
Ce fine agghiu fattu? (Nustierzu e nusterzignu)
Sono ormai mesi che non scrivo in questo blog, eppure ogni volta che osservo le statistiche del blog www.yalocomimos.com, il blog di esperienze culinarie di me e Esa (la mia fidanzata), rimango sorpreso dal numero di visite che il blog, seppur inattivo, continua ad avere.
Vi chiederete ce fine agghiu fattu, beh, è un periodo abbastanza impegnativo e, prima la tesi della laurea specialistica e ora tutti gli impegni dovuti al dottorato che ho da poco iniziato, beh... insomma, tempo non ne ho! Comunque non ho abbandonato del tutto le mie ricerche sulla lingua salentina, e continuo a immaginare (molto utopicamente perché è una lotta contro una serie di fattori molto più forti) un giorno in cui si arrivi a un riconoscimento del salentino come lingua e, in quanto tale, della sua dignità.
Sto raccogliendo materiale per un dizionario che contenga termini mutuati da vari dialetti del salentino, con un'ortografia chiara, semplice e che non lasci adito a dubbi sulla pronuncia delle parole. Sarà un lavoro lungo, e per ora sono arrivato a "solo" 3279 parole. Cercherò di condividere su questo blog alcune "esperienze linguistiche".
Quella di oggi ha a che fare con una mia amica che mi chiedeva se esistesse nella lingua salentina un modo rapido per dire "ieri, l'altrieri, il giorno che precede l'altrieri" così come "domani, dopodomani, il giorno che segue il dopodomani" diventa crai, piscrai, piscridhi (nota: "dh" indica l'occlusiva retroflessa sonora, a volte anche indicata con altre grafie come "ddh", "ddhr", "dhr", "ḍḍ"; sebbene le prime due grafie siano le più diffuse, preferisco usare una grafia con una sola d perché più sintetica, fra anche il De Dominicis preferiva questa grafia).
Ebbene sì, a quanto pare esiste un'omonima tripletta data da: jeri, nustierzu, nusterzignu e che credo sia caduta in disuso, almeno nel brindisino, in quanto in tutta la mia vita non ho mai sentito gli ultimi due termini. Mi farebbe piacere sapere se dalle vostre parti si usano queste parole (o termini simili).
Per concludere, curiosità etimologiche di queste parole:
Nusterzignu - È il diminutivo di nustierzu;
Nustierzu - Dal latino "nudiustertius", che significava appunto il giorno prima di ieri. A quanto pare l'usano anche in Calabria.
Osci - Dal latino "hoc die", in questo giorno.
Crai - Dal latino "cras", che significa domani e non, come verrebbe istintivo pensare, dall'omonima catena di supermercati.
Piscrai - Dal latino "post cras", letteralmente dopo domani.
Piscridhi - Diminutivo di piscrai;
Vi chiederete ce fine agghiu fattu, beh, è un periodo abbastanza impegnativo e, prima la tesi della laurea specialistica e ora tutti gli impegni dovuti al dottorato che ho da poco iniziato, beh... insomma, tempo non ne ho! Comunque non ho abbandonato del tutto le mie ricerche sulla lingua salentina, e continuo a immaginare (molto utopicamente perché è una lotta contro una serie di fattori molto più forti) un giorno in cui si arrivi a un riconoscimento del salentino come lingua e, in quanto tale, della sua dignità.
Sto raccogliendo materiale per un dizionario che contenga termini mutuati da vari dialetti del salentino, con un'ortografia chiara, semplice e che non lasci adito a dubbi sulla pronuncia delle parole. Sarà un lavoro lungo, e per ora sono arrivato a "solo" 3279 parole. Cercherò di condividere su questo blog alcune "esperienze linguistiche".
Quella di oggi ha a che fare con una mia amica che mi chiedeva se esistesse nella lingua salentina un modo rapido per dire "ieri, l'altrieri, il giorno che precede l'altrieri" così come "domani, dopodomani, il giorno che segue il dopodomani" diventa crai, piscrai, piscridhi (nota: "dh" indica l'occlusiva retroflessa sonora, a volte anche indicata con altre grafie come "ddh", "ddhr", "dhr", "ḍḍ"; sebbene le prime due grafie siano le più diffuse, preferisco usare una grafia con una sola d perché più sintetica, fra anche il De Dominicis preferiva questa grafia).
Ebbene sì, a quanto pare esiste un'omonima tripletta data da: jeri, nustierzu, nusterzignu e che credo sia caduta in disuso, almeno nel brindisino, in quanto in tutta la mia vita non ho mai sentito gli ultimi due termini. Mi farebbe piacere sapere se dalle vostre parti si usano queste parole (o termini simili).
Per concludere, curiosità etimologiche di queste parole:
Nusterzignu - È il diminutivo di nustierzu;
Nustierzu - Dal latino "nudiustertius", che significava appunto il giorno prima di ieri. A quanto pare l'usano anche in Calabria.
Osci - Dal latino "hoc die", in questo giorno.
Crai - Dal latino "cras", che significa domani e non, come verrebbe istintivo pensare, dall'omonima catena di supermercati.
Piscrai - Dal latino "post cras", letteralmente dopo domani.
Piscridhi - Diminutivo di piscrai;
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